Press review

Filtra per
ALL AREAS
  • All areas
  • Respiratory
  • Rare
  • Pain
  • WHC
  • CNS
TIPO
  • Tipo
  • Zambon Pharma
  • Zach System
  • ZCube
  • OpenZone
  • Zoé Foundation
  • Zambon Company
  • Zambon Biotech
PAESE
  • Paese
  • Europa
  • Belgio
  • Francia
  • Germania
  • Italia
  • Olanda
  • Portogallo
  • Russia
  • Spagna
  • Svizzera
  • Regno Unito
  • Nordics
  • Asia
  • Cina
  • Indonesia
  • America
  • Brasile
  • Colombia
  • USA
  • India
ANNO
  • Anno
  • 2024
  • 2023
  • 2022
  • 2021
  • 2020
  • 2019
  • 2018
  • 2017
  • 2016
Scientific

Gli Italiani e il dolore: tra i più insofferenti d'Europa

I PIU’ FIDUCIOSI IN MEDICI E FARMACISTI.

A SORPRESA I GIOVANI SONO I PIU’ IMPATTATI DAL DOLORE NELLA VITA QUOTIDIANA

La ricerca GFK commissionata da Zambon rivela la percezione del dolore su un campione di 4,000 persone in Italia, Francia, Spagna, Portogallo e Russia

 

21 novembre 2018 – Una fotografia di come la popolazione di diversi paesi europei affronta il dolore e ne viene impattata è stata scattata dall’Istituto di Ricerche GFK su commissione di Zambon, impegnata nell’innovazione e nello sviluppo per migliorare la vita dei pazienti e la salute delle persone, anche nell’area terapeutica del dolore.

“Dalla ricerca emerge come il dolore venga considerato uno stato di sospensione dalla vita quotidiana e come in molti casi sia vissuto come una sorta di limbo in cui regnano apatia, fatica e tendenza all’isolamento. Per questo abbiamo studiato prodotti come Spididol, farmaco del portfolio antidolorifici, che grazie alla formulazione esclusiva a base di Ibuprofene e sale di Arginina, è in grado di garantire al contempo efficacia e sicurezza” - afferma Bernard Kilbane, Global Marketing di Zambon – Inoltre, è evidente come le esigenze dei pazienti che provano dolore siano simili in Europa, un dato che ci porta a realizzare campagne di comunicazione dal concept comune. In paesi come la Cina, invece, gli studi indicano come siano i millennial, che vivono all’occidentale, ad avere un approccio che mira a eliminare il dolore nel più breve tempo possibile, in virtù di uno stile di vita dal ritmo molto diverso dal resto della popolazione: questo rende necessario creare delle campagne ad hoc per quel mercato. È una strategia che fa parte della nostra vision “Innovating cure and care to make patients’ lives better”.

Lo studio dimostra come emergano interessanti differenze tra le nazioni, a fronte di molti punti in comune, primo fra tutti il desiderio di superare il dolore e di tornare nelle condizioni psico-fisiche ottimali.

Frequenza e intensità, elementi comuni tra i paesi

Nei paesi analizzati la sofferenza (soprattutto osseo-muscolare e mal di testa) è un fenomeno molto diffuso: l’80% circa della popolazione europea intervistata ha subito almeno un episodio nell’ultimo anno. Una percentuale pari al 90% circa posiziona italiani e russi come i più “sofferenti” del continente, superando di 10 punti percentuali la media.

Oltre a essere molto diffuso, il dolore è un evento abbastanza frequente: si manifesta con una ricorrenza di circa 9 episodi l’anno e fra questi 2 su 3 sono definiti dagli intervistati di media/forte intensità, con percentuali simili in ogni paese.

Il dolore è più comune tra gli uomini o le donne? Sono le donne a dichiarare di soffrire più frequentemente, con percentuali omogenee nei diversi paesi: 93% russe, 91% italiane e portoghesi, 89% spagnole, 81% francesi.

Non stupisce forse apprendere che l’avanzare dell’età coincida con un aumento dell’intensità del dolore. Nella fascia matura, infatti, si manifesta in modo più intenso: le donne e gli uomini francesi over 50 hanno dichiarato che l’81% degli episodi sofferti nell’ultimo anno è stato di media o forte intensità contro il 70% degli italiani, il 68% dei portoghesi e il 71% degli spagnoli. Fanno eccezione i russi, dove non si riscontrano particolari differenze per età in questo ambito.

In Italia il dolore osseo-muscolare è la tipologia più frequente (60% ne ha sofferto nell’ultimo anno) e in particolare sono gli uomini (67%) e gli over 50 a patirlo maggiormente. Nel resto d’Europa, queste percentuali risultano omogenee, a conferma di una discreta linearità di base nel continente.

la seconda tipologia di dolore più diffusa nel nostro paese è il mal di testa (54%) che affligge specularmente l’altra metà del cielo, ossia le donne (62%) e i più giovani (65% di chi ha fino 49 anni), con alcune differenze tra i vari paesi.

In particolare, alla domanda “qual è il dolore più grande sofferto nell’ultimo anno” gli europei intervistati rispondono all’unisono: i dolori alla schiena (lombosciatalgia, ernia, sciatalgia, etc.), seppur con percentuali variabili dal 10% dei russi al 27% dei portoghesi, con in mezzo italiani (17%), francesi (22%), spagnoli (20%).

Gli effetti del dolore, differenze tra paesi: percezione e comportamento

L’ampia incidenza del livello di media-forte intensità del dolore ha effetti importanti sul modo di essere della popolazione e con marcate differenze tra i paesi della ricerca: spesso, infatti, un dolore percepito come medio/forte influisce sul comportamento, in quanto circa la metà degli intervistati dichiara di «subire una trasformazione», diventando insofferente e intollerante verso tutto e tutti, arrivando a vere e proprie forme di isolamento.

Se in Russia in questo tipo di reazione si ritrovano ben i 2/3 degli intervistati (63%) all’opposto in Spagna solo 1/3 (35%), dato che posiziona gli spagnoli come i più stoici. In mezzo ci sono gli italiani che in oltre metà dei casi si sentono “trasformati” (52%), similmente a francesi e portoghesi (48%).

Interessante, inoltre, il dato sulla fascia di età che sente di più questi effetti sul proprio modo di essere: dalla ricerca emerge che sono soprattutto i giovani/adulti (18-34 anni) nei vari paesi a «trasformarsi» diventando insofferenti e tendendo a isolarsi (69% dei russi, 66% francesi, 64% degli italiani, 56% portoghesi e 43% spagnoli), mentre è la fascia più «anziana» (oltre i 64 anni) a resistere meglio al dolore.

Ma gli effetti del dolore di intensità medio-forte hanno anche un concreto impatto sulla vita di tutti i giorni: perdita di concentrazione, difficoltà nelle attività quotidiane e lavorative o anche solo nella relazione con gli altri… Ancora una volta i dati confermano gli spagnoli sul podio dello stoicismo: meno della metà (solo il 41%) riconosce questo grande impatto negativo sulla propria quotidianità, esattamente all’opposto dei russi che addirittura nel 3/4 dei casi (74%) si ritrovano “annullati” dal dolore in almeno un aspetto della vita di tutti i giorni.

E gli italiani? Ben due terzi dei nostri connazionali (66%) non riescono ad affrontare almeno un’attività tra quelle abituali.

In ogni paese, ancora una volta, a risentire di tale situazione sono maggiormente le donne e i più giovani (18-24 anni), mentre gli effetti sono inferiori sui più «anziani» (over 64 anni).

Gli Italiani e il dolore: tra i più insofferenti d'Europa
Scarica